Un lago per scoprire la Preistoria…
26 Ago 2020
In una valle “sospesa” che congiunge la Valle del Chiese con il Lago di Garda, c’è uno specchio d’acqua incantevole dal color turchese, vera e propria oasi di benessere per gli sport d’acqua e per chi ama il relax. È il Lago di Ledro, a cui abbiamo dedicato una puntata di Specchiarsi in Trentino, sul canale radio Rai Radio 1 regionale.
A svelarci gli aspetti più curiosi di questo ambiente, in questa narrazione, erano con me Chiara Fedrigotti – naturalista e Luca Scoz – entrambi del MUSE – Museo delle Scienze – Museo delle Palafitte del Lago di Ledro. Tra domande e risposte, sono emerse molte peculiarità. Ad esempio che questo è tra i laghi più puliti del Trentino, e che proprio lì vicino c’è anche Il Lago d’Ampola, un ambiente di estremo interesse dal punto di vista naturalistico, uno dei pochissimi laghi che ancora si presenta allo stato naturale e che ospita una grande varietà di animali e piante.
C’è un punto, però, che ha attirato la mia attenzione. Soprattutto se pensiamo che i trentini sono più che altro una comunità montana, non certo marina o lacustre, indipendentemente dal fatto che sul territorio ci sono quasi 300 laghi di ogni forma e dimensione… (anche se è pur vero che in passato gli specchi d’acqua erano molto più inseriti nelle attività economiche locali).
La curiosità quindi mi sorge spontanea sapendo che proprio al Lago di Ledro i nostri antenati dell’Età del Bronzo avevano stabilito il proprio insediamento su palafitte. E non a caso avevano scelto questo delizioso posticino… Ma ve lo siete mai domandati “Come mai?”
Per uno spiccato gusto estetico? Per difendersi dalle belve feroci? Tutto sommato non ne avevano bisogno, visto che già conoscevano l’uso del fuoco e delle armi, ed erano agricoltori e cacciatori.
I nostri ospiti ci hanno spiegato che la motivazione è di tutt’altro genere. Infatti, 4.000 anni fa – in quella che era appunto la fase iniziale dell’Età del Bronzo – quasi tutti i laghi alpini vedono abbassarsi il livello dell’acqua, lasciando emergere una fascia costiera molto fertile, che viene sfruttata dalle popolazioni locali. Cresce la comunità nel tempo, servono nuove abitazioni, e per non compromettere gli spazi a uso agricolo e di pascolo, ecco che i nostri antenati si ingegnano nel costruire le case dapprima sulle rive, espandendo poi il villaggio “dentro” l’acqua, su pali di legno.
Da questa spiegazione le palafitte, dunque, rappresentano una prima risposta economica della comunità a un fattore ambientale… una sorta di necessaria convivenza (e adattamento) al Climate Change dell’epoca.
Per completezza d’informazione, aggiungiamo anche che gli antichi resti del villaggio palafitticolo furono ritrovati nel 1929 sulla riva orientale a causa del forte abbassamento delle acque, durante la costruzione della Centrale Idroelettrica di Riva del Garda. Era quella la scoperta di un villaggio del Neolitico, dal 2011 riconosciuto patrimonio mondiale dell’Umanità UNESCO. Così come il suo fratello, il villaggio palafitticolo” di Fiavè.
Per saperne di più su tutto questo, c’è il Museo delle Palafitte di Ledro, in località Molina, completamente rinnovato nel 2019, che accompagna il visitatore nella vita quotidiana dell’età del Bronzo tra ricostruzioni, manufatti e resti originali, oltre ad attività per grandi e piccini e laboratori di archeologia.
INFORMAZIONE SULL’IMMAGINE
Le immagini di queste pagine rappresentano il Lago di Ledro, preso da insolitee inquadrature e ci sono state gentilmente inviata dal fotografo per passione Simone Nordio.
SPECCHIARSI IN TRENTINO ➡️ Ogni mercoledì fino alla fine di settembre alle 13:40 (quasi 13.50) su Rai Radio 1 Trentino Alto Adige |
FM 📻 88.6 – 87.9 – 91.00 – 91.3
oppure ascolta in diretta streaming dal sito web di Rai Trento/Bolzano
A cura della Struttura Programmi della sede Rai di Trento, per la regia di Stefano Uccia, conduzione e collaborazione di Silvia Gadotti |